"Veduta generale di Tivoli" di Simone Pomardi

a cura di Roberto Borgia

Simone Pomardi nato a Monte Porzio (dal 1872 chiamato Monte Porzio Catone, per distinguerlo da Monte Porzio nelle Marche) il 9 dicembre 1757 e morto a Roma il 3 novembre 1830, fu essenzialmente un pittore all'acquerello, usando meno spesso la tecnica della tempera. Si dedicò dapprima ad illustrare le Antichità di Roma, molto richieste da turisti e viaggiatori, soprattutto negli anni dell'occupazione francese della città eterna; infatti le sue opere di quel periodo recano di solito le didascalie proprio nella lingua transalpina.
Negli anni 1805-1806 compie un lungo viaggio in Grecia, che allora faceva parte dell'Impero Ottomano, al seguito, o meglio alle dipendenze, dell'archeologo, erudito e collezionista irlandese Edward Dodwell (1777-1832) e nel corso di questo viaggio Pomardi esegue circa seicento disegni dei luoghi classici della Grecia, come singoli monumenti, sculture e magnifici paesaggi nello spirito del Grand Tour, mentre Dodwell, anche lui valente acquerellista, ne completa circa quattrocento. I paesaggi dipinti rappresentano dunque una rara testimonianza dell'acropoli di Atene, dei monumenti di Micene, del porto di Corfù e di altri siti archeologici come apparivano al tempo della dominazione ottomana della Grecia e queste tavole contribuirono a promuovere la corrente filellenica dell'inizio Ottocento sostenuta, tra gli altri, da Lord Byron, che scriveva della necessità di riscoprire l'antico splendore della classicità e inneggiava ad un ritorno alla libertà della Grecia, fino a decidere di partire per combattere al fianco dei rivoluzionari.


Ingrandisce foto "Veduta generale di Tivoli"

A seguito di questi viaggi Dodwell pubblica nel 1819 il volume A Classical and Topographical Tour through Greece, due raffinati tomi con stampe in gran parte tratte dai disegni di Pomardi, e dai suoi. Una traduzione tedesca del volume è pubblicata poi nel 1821. Poi, sempre nel 1821, Views in Greece, e nel 1834 in edizione in lingua inglese e francese Views and Descriptions of Cyclopian or Pelasgic Remains in Italy and Greece. Ma già nel 1820 Pomardi aveva pubblicato a sua volta il suo Viaggio nella Grecia fatto da Simone Pomardi negli anni 1804, 1805 e 1806: arricchito di tavole in rame, due splendidi volumi illustrati con i disegni incisi da Pietro Parboni. Certamente Pomardi è il primo italiano che riscoprì il mondo classico greco, che era invece già conosciuto dai viaggiatori inglesi e francesi.

Possiamo citare soltanto, di gran lunga però inferiore, il romano Giovanni Battista Lusieri (1755-1821), che pure soggiornò in Grecia, tanto da finire i suoi giorni ad Atene, in una casa sotto l'acropoli, ma che ci ha lasciato molte opere incomplete e molte sono andate perdute in un naufragio del 1828.
L'iniziativa editoriale del Viaggio nella Grecia procura però all'artista di Monte Porzio il definitivo deterioramento con l'artista irlandese, che negli anni successivi utilizzerà disegni ed acquerelli di Pomardi per illustre sue opere, senza neppure citare l'autore, in modo che le opere passassero come fatte da sua mano. Non tralasciò naturalmente Pomardi le antichità e i dintorni di Roma e di Napoli. Da segnalare le sue illustrazioni per il Viaggio antiquario nei contorni di Roma di Antonio Nibby del 1819, che recita nella prefazione di essersi servito ". per le vedute di uno de'nostri migliori artisti, e più intelligenti, il Sig. Simone Pomardi .".
La parte più importante dell'opera di Pomardi è costituita appunto dagli acquerelli di grande formato con le vedute di Roma e, meno numerose, di Napoli, eseguite proprio intorno al 1820.

I migliori calcografi del tempo collaborano inoltre con lui per trarre incisioni dai suoi disegni. Oltre a varie raccolte di vedute è significativo il suo contributo all'illustrazione della quinta satira di Orazio (1816) e dell'Eneide di Virgilio del 1819. Si occupò anche di acquerellare le incisioni che i calcografi eseguivano dai suoi disegni, in modo da poter diffondere a prezzo accessibile le sue opere, procedimento che già l'artista svizzero A. L. R. Ducros aveva elevato a dignità e valore artistico. Fu maestro del pittore Alessandro Castelli (1809-1902), suo nipote per linea materna, e questo insegnamento è stato, fino a poco tempo fa, l'unico motivo per cui venisse ancora ricordato, tanto è vero che anche nel Dizionario Biografico degli Italiani alla voce Castelli, Alessandro (1978), il Pomardi viene ricordato come "acquerellista poco noto".

Ed ecco invece questo splendido acquerello su carta Veduta generale di Tivoli, collezione privata nel quale ci si può divertire a riconoscere i punti più caratteristici di Tivoli. Sottolineo soltanto i templi dell'acropoli con il tempio della Sibilla (quello quadrangolare) ancora utilizzato come Chiesa di S. Giorgio, con a fianco il campanile, poi abbattuto, quando i due monumenti furono liberati delle sovrastrutture successive.

(febbraio 2016)

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